Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 14 luglio 2008 Si chiama “Alpine Pearls” (perle alpine) e da circa due anni è il nuovo consorzio – nato da un progetto sostenuto dall’Unione Europea – tra venti località turistiche di Austria, Germania, Francia, Svizzera ed Italia che si sono associate per offrire ai loro ospiti un nuovo tipo di vacanza nelle Alpi, caratterizzato dalla rinuncia all’auto per tutelare la natura senza però rinunciare alla mobilità. Tutte queste località si distinguono per l’offerta di “mobilità dolce”, ottimi servizi di trasporto per muoversi in loco o per raggiungere altre destinazioni, sempre all’insegna della tutela della natura. Come si può leggere nel materiale a disposizione dei turisti – dai depliant al sito internet – “Alpine Pearls ha scoperto il principio di una vacanza a tutela del clima. L’iniziativa ha come obiettivo la riduzione delle emissioni, ad esempio arrivando in treno e soggiornando in hotel ecologici. Ma dato che in vacanza non è possibile evitare tutti i possibili influssi nocivi per l’ambiente, le quantità restanti di CO2 vengono neutralizzate da alcuni provvedimenti sulla tutela climatica”. La cosa che stupisce di più, scorrendo l’elenco delle località turistiche aderenti (nomi famosi e piccoli paesi quasi sconosciuti), è quella di non trovare alcuna località trentina, mentre vi sono ad esempio ben 6 località dell’Alto Adige. Perché questo? Forse perché le località turistiche trentine non erano a conoscenza del progetto europeo? Forse perché l’offerta trentina non ha ancora maturato adeguate proposte di “turismo dolce”, di “mobilità alternativa”, di “vacanza a tutela del clima?”. Eppure diversi ambiti turistici della nostra provincia hanno messo in cantiere, alcuni addirittura da oltre dieci anni, programmi di mobilità alternativa per gli ospiti, sia nella stagione estiva che in quella invernale. Pure gli enti parco stanno facendo un rilevante lavoro in questa direzione, introducendo mezzi pubblici al posto delle auto private ed incentivando persino i menù “zero CO2”. Certamente il grande investimento pubblico degli ultimi anni su caroselli sciistici e assurde stazioni invernali – vedi ad esempio Tremalzo, Broccon e Polsa di Brentonico, oltre al discutibile collegamento Folgaria-Lastebasse – ha distolto parte dell’attenzione da modelli di sviluppo turistico più consoni alla dimensione alpina delle nostre località, più adeguati alla crescente domanda internazionale di vacanze a tutela della natura. Nonostante ciò, ci sono anche diverse località trentine che credono in uno sviluppo turistico diverso dal passato e sono probabilmente disposte a scommette su nuovi modelli di offerta turistica, chiaramente con il sostegno della Provincia. La mancata presenza di località trentine nel programma “Alpine Pearls” non aiuta certamente a qualificare l’immagine internazionale del turismo trentino. Sarebbe pertanto opportuno, anche in questo caso, correre ai ripari prima che sia troppo tardi. Anche perché la legge provinciale sul turismo, che si ispira nelle finalità al Protocollo turismo della convenzione delle Alpi, e l’Atto di indirizzo sul turismo approvato dalla Giunta provinciale individuano come elementi strategici per il futuro del turismo trentino proprio una maggiore attenzione verso la natura, verso forme di mobilità alternative e più “dolci”, verso un modello di vacanza meno impattante sull’ecosistema montano. Tutto ciò premesso il Consiglio impegna la Giunta provinciale 1. a promuovere tra le località turistiche trentine l’iniziativa “Alpine Pearls”, anche al fine di sostenere l’adesione di quelle località che manifestassero volontà ed interesse a partecipare al nuovo consorzio alpino; 2. a diffondere e sostenere negli ambiti turistici trentini, in linea con le leggi e con gli atti di programmazione provinciale, modelli di turismo meno impattanti sull’ecosistema come ad esempio le vacanze senza l’auto e le vacanze a tutela del clima; 3. a far conoscere alle attività turistiche trentine e successivamente a sostenere le certificazioni di qualità ambientale ed i marchi ecolabel per contraddistinguere le iniziative più virtuose ed attente alla tutela dell’ambiente. Cons. prov. Roberto Bombarda |
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